La Cappella del Rosario di Henri Matisse a Vence è frutto di una storia di grande amicizia e fede. La pace che si respira in quello spazio, la luce che gioca con i sensi, i colori che entrano nel cuore, la Via Crucis che rimette tutto al suo posto, generano qualcosa di indescrivibile. Emozioni che generano il cambiamento.

Se passate per la Costa Azzurra, fermatevi a Vence, vicino a Nizza. Dopo aver visitato il Museo Biblico di Chagall. I luoghi sono bellissimi, intensi come tutto in quel luogo dove hanno vissuto grandi artisti. E prendetevi il tempo per immergervi nell’opera di Matisse.
La storia di un’amicizia diventa un capolavoro d’arte e fede
Nel 1941 Henri è costretto a un lungo ricovero a Nizza, dove subisce una severa operazione, ha 71 anni, ne esce sulla sedia a rotelle e necessita di aiuto costante. La guarigione è per lui “miracolosa”. Nelle notti viene assistito dall’infermiera Monique Bourgeois, diventano amici. La condivisione è profonda e Monique fa da modella in diversi dipinti del maestro.

Negli anni più duri della guerra Monique si ammala e viene curata dalle suore domenicane a Vence. Nel frattempo, anche Matisse si ritira a Vence per fuggire i bombardamenti su Nizza. E’ il 1944 Monique capisce di essere chiamata alla vita religiosa e diventa novizia delle Suore Domenicane con il nome di suor Jacques-Marie. Nel 1946 i due amici si rivedono a Nizza e il maestro è molto toccato dal vedere Monique in abiti religiosi.
Le Suore pregano in un vecchio garage, è il dopoguerra. Suor Jacques-Marie disegna l’idea di una cappella e la mostra a Henri, che si offre di realizzarla lui stesso. Lavora per quattro anni con il supporto del domenicano fratel Couturier, Suor Jacques-Marie viene designata a supervisionare i lavori. Nel 1952 la Cappella del Rosario viene inaugurata. Matisse morirà nel 1954 e suor Jacques-Marie nel 2005 dopo aver curato la Cappella per decenni, sarà sepolta a Vence.
Matisse: la Cappella del Rosario, tra fede e amicizia
Entrare nella cappella è un po’ come partecipare alla Pasqua, si è catturati nel gioco di luci a seconda dell’ora del giorno e lo spirito si allarga all’infinito. Il silenzio diventa una musica suonata dalle vetrate. Il bianco e il nero diventano pura luce nei colori. Sembra grandissima, forse non si percepiscono nemmeno i confini, dialoga con tutto il mondo. Ma è lunga solo 15 metri, larga 6, alta 5.
“Vorrei aggiungere in queste note che ho inteso il nero e il bianco degli abiti delle Suore come uno degli elementi della composizione della cappella” (Matisse).

Due pareti sono decorate con piastrelle bianche e disegni neri: la Via Crucis, la Madonna con il Bambino, San Domenico. Le altre pareti sono grandi vetrate giocate in tre colori: giallo limone, verde e blu oltremare. Ricreano l’albero della vita, interpretato dal maestro come il cactus, tipico della costa, forte, resiliente, essenziale.
L’altare è color pane. Sulla tovaglia ci sono i disegni di Matisse che prendono vita e colore con il riflesso delle vetrate. Il crocifisso, il candelabro, l’inginocchiatoio, la porta del confessionale, l’acquasantiera. Tutto è stato pensato fin nei dettagli più piccoli.

“Voglio che quanti entrano nella mia cappella si sentano purificati e sgravati dai loro fardelli.” (Matisse)
La spiritualità della Via Crucis
La grande Via Crucis, scritta come un libro aperto, è un capolavoro artistico e anche spirituale. Da tanti anni nel tempo di Quaresima esponiamo in casa la sua riproduzione e la utilizziamo nelle meditazioni in preparazione alla Pasqua.
Le stazioni sono in movimento dal basso all’altro, come una grande processione, un pellegrinaggio che si riassume nella croce, in alto al centro. E’ raccontato tutto il dolore dell’umanità, che viene redento in un unico atto di infinito amore. Pregare seguendo la Via Crucis di Matisse è un po’ come spogliarsi da immagini di troppo, un andare verso l’essenziale, un divenire verso la Risurrezione.
“Ho sempre cercato di nascondere i miei sforzi, ho sempre voluto che le mie opere avessero la leggerezza e l’allegria della primavera, che non lascia mai sospettare il lavoro che è costato. » H. Matisse 1948.

Note per la visita
La Cappella è visitabile dal pubblico dalle 10 alle 11.30 e dalle 14.30 alle 17.30 dal martedì al sabato con un biglietto di 7 euro. Per tutte le informazioni è meglio consultare il sito della Cappella del Rosario.