Le candele di cera sembrano la preghiera delle api. Chi non si è mai fermato davanti a una candela in un luogo sacro, attratto dalla luce nel buio, dal profumo, dal calore? Nel vortice del quotidiano, nella confusione del vero\falso, la candela di cera sta qui come un segnale di stop, ci ricorda che abbiamo bisogno di pause e di autenticità. Una candela di vera cera ci connette con l’infinito, dal lavoro delle api al cielo.
La luce, il bianco, e i sensi
Il termine “candela” deriva da candēre “esser bianco, splendere”. E nel buio c’è bisogno di luce, della luce di vere candele. È simbolo di vita, e le api ne sono parte importante. Siete mai entrati in una chiesa antica semibuia, e la luce bianca, splendente di una candela vi ha “portato in alto”?
La concretezza della candela coinvolge i sensi. La vista, per prima, che trova l’infinito nel buio. L’olfatto, il profumo di una candela di cera infonde subito pace. L’udito, se ascoltiamo attentamente, riusciamo a sentire il suono della fiamma che brucia. Il tatto, le dita quando toccano la cera percepiscono un senso di benessere. E il gusto? Be’ per questo dobbiamo uscire dalla nostra chiesa antica e andare a una cenetta a lume di candela con la persona amata, il cui volto diventa ancora più bello riflesso nella luce della fiamma che danza.

Questa è la notte. Candele, la preghiera dalle api.
Nella notte di Pasqua le chiese sono al buio, e improvvisamente entra la luce del fuoco che accende il cero. Si benedice la grande candela, si incidono l’alpha e l’omega, i 4 punti cardinali, l’infinito e il presente si incontrano, e si canta “Questa è la notte…” che procede “nella solenne liturgia del cero, frutto del lavoro delle api, simbolo della nuova luce.”.
La candela ha un ruolo centrale nella liturgia, dal cero del battesimo, alla benedizione delle candele, ma anche nella preghiera personale. Quando accendi una candela davanti alla Madonna, o un santo, essa continua a pregare per te. La preghiera delle api va avanti mentre tu sei al lavoro, silenziosa, potente, infinita.

Le candele nelle religioni
Le candele nel cristianesimo ortodosso accolgono chi entra in chiesa e fanno parte della preghiera. Devono contenere una percentuale alta di cera d’api, e questo le rende così vere, autentiche. Non sono sostituibili con macchinette che forniscono luce artificiale a fronte di una monetina. La verità della fiamma, e della cera, facilitano la profondità della preghiera, perché tutto è connesso.
Nel buddhismo la candela fa parte, con fiori, incenso, acqua, cibo, delle offerte davanti alla statua di Buddha. Nell’ebraismo uno dei simboli principali è la Menorah, il candelabro con i 7 bracci dove risplende la fiamma che rappresenta la luce divina che si diffonde. La festa dell’Hanukkà, festa della luce, è strettamente legata all’accensione delle candele, 8, una la giorno. In Marocco, a Salé, una lunga processione con le candele ricorda la nascita di Maometto. Parte dell’altare Taoista sono due candele: una per lo Yin la luna, e una per lo Yang, il sole. La fiamma è l’elemento portante per gli zoroastriani. Nell’induismo fiaccole, luci, candele, sono parte della preghiera stessa.

Candele in cera d’api per creare il nostro spazio, sia di preghiera che di benessere
Una candela accesa sulla nostra tavola rende il pasto più romantico, ma attenzione a scegliere l’aroma, che non deve interferire con il profumo del cibo. La candela neutra di cera d’api va benissimo. Per creare il nostro angolo di meditazione in casa, le candele sono un must, ma attenzione a spegnerle una volta finito il nostro momento. Nel soggiorno, la sera, abbassare le luci e accendere delle candele aiuta a conciliare il sonno. La vasca da bagno circondata da candele ci porta con la mente in viaggi lontani. Le candeline sulla torta di compleanno sono immancabili. Una candela per ricordare chi non c’è più. Una candela per la pace.
Uno dei ricordi più belli della mia vita è collegato alle candele. Era Natale, nel 1974, avevo 7 anni, eravamo con i miei genitori e mio fratello nel deserto del Sahara in Algeria con un pulmino Volkswagen arancione. Da giorni non incontravamo nessuno sulla pista di sabbia. Per la Vigilia, la mamma aveva preparato una cenetta saporita illuminata solo dalle candele che si riflettevano sulle stelline adesive attaccate al soffitto. Fuori, avevamo preparato un presepe con statuette di plastilina colorate da noi, la grotta era formata da stelle del deserto, ed era illuminata da una candela in cera d’api.