La storia di tre ragazze di Calcutta, in India, del loro riscatto, i sogni, le difficoltà sono raccontate nel film “Esplosione di un canto” in uscita in questi giorni in italiano su TV2000. La loro storia mi ha toccato profondamente e spero che possa risvegliare la fiducia in chi lo guarda. Il film è stato selezionato, finalista, nomination, in 136 festival nel mondo, vincendo 56 premi.
Le protagoniste
Bharati, Rahima, Sumita sono nate laddove nessuno vorrebbe nascere: sotto il ponte, lungo la ferrovia, in strada. Bambine cresciute in balia di ogni passante, che vivono la paura di ogni respiro. Per loro la notte rappresenta la paura, il rumore dei passi è il filo del terrore.
Tutte e tre arrivano per vie diverse alla casa delle suore della Provvidenza e lì trovano una famiglia. Il primo passo per le suore è quello di restituire loro il sorriso. Poi arrivano i sogni, come quello di Rahima: volare. Il film segue il filo dei sogni delle protagoniste e si affida ai sogni delle nuove bambine accolte nella casa.
“Esplosione di un canto” il film sul riscatto di tre ragazze a Calcutta in India
“Se il cuore è duro e rinsecchito\inondami con una pioggia di misericordia.\ Se la grazia è perduta\vieni con l’esplosione di un canto…\ vieni da me Dio del silenzio, con la Tua pace e il Tuo riposo.\ Se il mio cuore di mendicante siede a terra\ gettato in un angolo, irrompi mio Signore.\ Se il desiderio acceca la mente con delusione e polvere\ oh Santo Uno, vieni con la Tua luce e il Tuo tuono.” A scrivere è Tagore, il grande poeta del Bengala, uomo di spirito con l’universo dentro. Tagore ha creato un linguaggio comune tra l’India e la cultura occidentale, costruendo ponti di dialogo.
Calcutta
Impossibile raccontare Calcutta, il caos dell’India. Le tre protagoniste la vivono in modi diversi, ma si intrecciano nelle sue strade affollatissime. Le immagini di Ferran Paredes Rubio cercano di restituire qualche atmosfera. Rahima la riassume così: “Se penso da dove sono venuta, e guardo il mio diploma di hostess sono ancora incredula. Ora voglio studiare di più, sto andando all’università. Sono sempre sostenuta dalle suore, che non mi hanno mai lasciata mollare. ‘Alla fine non saremo giudicati dalla quantità di lavoro che avremo fatto, ma dal peso d’amore che avremo messo nel nostro lavoro’ ci ha detto Madre Teresa. La sua tomba è a pochi isolati dalla casa di accoglienza. Calcutta è così… Vibra sui versi di Tagore, cammina sui passi di Gandhi, respira l’amore di madre Teresa.”
Dietro le quinte del film sul riscatto di tre ragazze a Calcutta, India.
Abbiamo girato “Esplosione di un canto” in India nel gennaio 2020, il mese prima dello scoppio della pandemia nel mondo. Eravamo a Calcutta ospiti delle suore della Provvidenza per lavorare sul film e sul progetto “COMPLEXion” con Nina Davuluri e Deanna Walker. La storia delle protagoniste mi è letteralmente saltata addosso. Mi ha “presa e portata via”. Volevo raccontare al mondo il loro sorriso, i loro sogni e la fiducia di chi le aveva aiutate.
La parte più difficile è stata fare le riprese a Calcutta per via del rumore: tra clacson e urli era praticamente impossibile prendere un audio in diretta. Qualcuno della troupe si è dotato di tappi per le orecchie per mettersi al riparo.
Barhati
“Esplosione di un canto” è anche l’ultimo messaggio di Barhati, una ragazza straordinaria. Barhati ha affrontato difficoltà inimmaginabili nella vita, una dopo l’altra, superandole. Il suo cuore è rimasto aperto all’incontro del diverso, alle altre religioni, alla solidarietà. È sfuggita al “Red Light Zone”, il quartiere a luci rosse, e nei suoi pochi anni ha potuto restituire dignità alla sua vita. Ci ha lasciato appena finito il montaggio del film. È stato durissimo, l’abbiamo saputo così, quasi per caso. I 56 premi del film vanno tutti a lei, a Barhati, alla sua memoria e al suo testamento spirituale.