Anni di silenzio, attesa, speranza, da quando 9 anni fa in Siria è sparito padre Paolo Dall’Oglio, gesuita. Era il 27 luglio, la festa dei 7 Dormienti di Efeso. Chiamavo padre Paolo al suo cellulare, suonava a vuoto, nessuna risposta. Nei giorni seguenti è arrivata la notizia del suo rapimento a Al-Raqqah, in Siria.
Padre Paolo era un gesuita, che nel deserto della Siria aveva dato vita al Monastero di Mar Musa, San Mosè l’Abissino. Uno dei centri più importanti per il dialogo cristiano-islamico e per il dialogo interreligioso.
Padre Paolo, un profeta della montagna
Si è detto tanto sulla sua scomparsa, si sono fatte ipotesi, girati servizi tv e documentari. La verità è ancora sommersa nella cenere di un sogno che sembra bruciato. Ma, come ci ha insegnato Paolo: la speranza non è mai vinta, “Sperare contro ogni speranza”. È per questo che a distanza di 9 anni voglio parlare di padre Paolo, perché il suo sogno – e il sogno di una Siria libera e pacifica – resti acceso come le stelle nelle notti del deserto.
Paolo Dall’Oglio ha amato la Siria di un amore grande. La sua voce profetica risuona ancora nel cuore di molte persone. Aveva “visto” lo tsunami, di notte, mentre accadeva dall’altra parte del mondo. Capiva con una lucidità unica le dinamiche della politica internazionale. La sua voce potente non è stata ascoltata. Nel 2012, dopo essere stato espulso dalla Siria e tante porte sbattute in faccia anche in Italia, si era ritirato per qualche tempo tra le Dolomiti, dove avevamo festeggiato la guarigione del dott. Carlo Spagnolli. Si era dedicato ad organizzare un viaggio per incontrare i capi di stato e ministri di diversi Paesi, per sensibilizzarli alla tragedia incombente in Siria. Credeva fortemente nella diplomazia, quella vera.
L’ “Appello di Tuenno” di padre Paolo Dall’Oglio, espulso dalla Siria
In quel periodo, tra i vari incontri, eravamo stati in Val di Non, a Tuenno. Lì Paolo aveva lanciato un appello, l’aveva chiamato “L’Appello di Tuenno”. Riporto il testo, perché le sue parole non vadano perse, e per rilanciare la via della pace in un tempo in cui si fa fatica a parlare di pace e di non violenza.
Appello di Tuenno, 9.11.2012. Iniziativa della gente democratica di solidarietà coi democratici siriani.
Nessuna paura e nessun interesse possono giustificare l’omissione di soccorso da parte della collettività internazionale nei confronti del popolo siriano che da venti mesi esige la mutazione civile ed è straziato dalla repressione di regime. Abbiamo dunque attivato questa catena popolare di istituzioni, rappresentanti e cittadini per chiedere ai governi di agire immediatamente e operosamente al fine di contrastare le diverse e trasversali complicità col regime liberticida. È ora d’intervenire sul piano diplomatico con più vigore e inclusività, sul piano dell’assistenza umanitaria con più efficacia e coerenza, sul piano dell’azione non-violenta con più inventiva e coraggio, sul piano della lotta partigiana con più incisività e competenza e sul piano dei diritti umani con più rigore e lungimiranza.
Proponiamo in particolare all’Unione europea di favorire il dialogo tra tutte le componenti identitarie siriane, al fine di promuovere un largo ed equo accordo costituzionale che consenta l’uscita dalla violenza e ottenga la riconciliazione nazionale nella prospettiva della pace nella giustizia che è da perseguire caparbiamente in tutta la regione vicino-orientale. Sottoscrivono: Paolo Dall’Oglio…”
I sette Dormienti di Efeso
Ero andata a prendere padre Paolo all’arrivo dalla Siria, dopo l’espulsione. Era affranto. Si trascinava con un vecchio e logoro zaino blu. Pochissimi bagagli, qualche oggetto personale e un regalo per noi. Ci aveva portato una stupenda icona dei Santi Dormienti. Al momento non ne avevo afferrato il significato, poi tutto è diventato più chiaro.
La Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze racconta di 7 giovani perseguitati dall’imperatore romano Decio, verso il 250 d.c. Fuggiti in una grotta sulla montagna vicino a Efeso, vennero scoperti e la grotta fu murata, lasciandoli dentro. La tradizione volle che duecento anni dopo fossero ritrovati vivi e dormienti nella stessa grotta.
Anche nell’Islam, nella “Sura della caverna” si trova traccia dei dormienti: «E li avresti creduti svegli, mentre invece dormivano, e li voltavamo sul lato destro e sul sinistro, mentre il loro cane era accucciato con le zampe distese, sulla soglia. […] Rimasero dunque nella loro caverna trecento anni, ai quali ne aggiunsero nove» (Corano, XVIII:18, 25).
Dall’incontro con padre Paolo Dall’Oglio in Siria, tanti progetti e sogni
Avevo conosciuto padre Paolo Dall’Oglio in Siria nel 2008. Ho scritto la storia del nostro incontro nel libro Sulle vie della Speranza, perché è un evento degno di essere raccontato. Lo avevo fatto leggere a Paolo, gli era piaciuto molto, era quasi divertito.
In quell’anno avevamo organizzato una sezione distaccata di Religion Today Film Festival proprio a Mar Musa, nel deserto. Non c’era corrente elettrica, così avevamo pensato a un generatore ad hoc e a un lenzuolo come schermo. Avevo portato i film più importanti sul dialogo interreligioso.
L’anno seguente, avevamo dato avvio al primo percorso “Dialoghi in cammino: sulle vie di Abramo”: un gruppo di giovani di diverse provenienze aveva camminato a piedi sulle strade del patriarca, incontrando comunità sufi, di varie correnti dell’Islam, cristiane ortodosse, copte, cattoliche… Doveva diventare un cammino un po’ come quello di Santiago…
Ci eravamo impegnati per un altro progetto per dare lavoro alle 70 famiglie di pastori che vivevano nelle aree vicino al Monastero. Con l’aiuto di molti, tra cui il presidente della Federazione allevatori del Trentino, Silvano Rauzi, era stato costruito un caseificio stupendo. Paolo lo aveva ideato visitando diversi agriturismi trentini. Era un caseificio modello, perfetto per le aree desertiche, e quindi esportabile in altri luoghi. Era alimentato da pochi pannelli solari e la lavorazione portata a produrre formaggi raffinati, passando così dalle pecore da carne, alle pecore da latte. Silvano era salito fin su al monastero per dosare il sale ed equilibrare i sapori.
Infine, Padre Paolo è stato tra gli ispiratori e i fondatori del movimento Donne di Fede per la Pace, che si riunirà presto a Gerusalemme ed Haifa per ricordare Faten Zenati e a Trento, durante la 25° edizione di Religion Today Film Festival, dal 14 al 18 settembre 2022.
Sempre avanti su strade non battute, per dare un nome alle paure e sconfiggere così la violenza.