Roberto Bassi come tutti gli arrampicatori frequentava il Festival della Montagna, oggi Trento Film Festival. Era un appuntamento da non perdere, perché si incontravano amici, si ideavano nuove salite, si guardavano film da terre lontane. Oggi la dimensione dell’incontro resta, mentre le immagini esclusive arrivano dalla rete. Ed è proprio la dimensione dell’incontro reale che è oggi la vera rivoluzione.
“El Capitan” 1978
Roberto aveva 17 anni e si era avvicinato all’arrampicata manifestando subito grandi doti. Frequentava gli arrampicatori di Trento, come Marco Furlani, Giacomelli e quelli della scuola Graffer. E con loro era andato a vedere la proiezione del film che diventerà presto un cult nel suo genere, “El Capitan” di Fred Padula. Seguiva 4 climbers su The Nose. Le immagini mozzafiato fecero conoscere anche ai trentini la roccia del parco dello Yosemite, in California. Partirono sull’onda dell’entusiasmo Giovanni Groaz e Palma Baldo. Pochi mesi dopo anche Roberto si mise in viaggio, con Furlani, Gigi Giacomelli ed Elio Piffer.
Roberto Bassi e gli amici al Festival della Montagna di Trento
Il festival crea cultura di montagna a tutto campo, non solo di performance atletiche e sportive. Roberto ci andava anche per incontrare gli amici. Si davano appuntamento fisso anche Mauro Corona e Andrea Gobetti. Andrea, uno dei più acuti scrittori contemporanei, passava intere notti all’aperto e Roberto lo prendeva per andare a bere un caffè. Erano gli anni in cui il free climbing aveva portato i colori nell’abbigliamento. Non più pantaloni alla zuava marroni o grigi, ma calze a maglia di colori brillanti, magliette viola e verde acido, fucsia e giallo. Il festival in quegli anni si tingeva di colore.
“Il sogno” 1985
Ormai era un climber riconosciuto e le vie aperte con Manolo e Heinz Mariacher stavano trasformando la Valle del Sarca. Roberto parlava pochissimo e al festival ci andava con i suoi silenzi e i lunghi capelli biondi che si facevano notare. Nel 1985 andò al festival come protagonista di un cortometraggio di Nicolodi e Nadali, “Il Sogno”. Arrampicava e sognava di volare. La proiezione all’auditorium registrò il tutto esaurito, 600 persone. E tante erano sedute lungo i gradini. Al lunghissimo applauso finale Roberto sorrise, in silenzio. “Il sogno” ricevette la Genziana d’Argento, premio per il miglior video.
“Zanzara e Labbradoro” 2014
Gli eventi della vita andarono per conto loro e il volo di Roberto si trasformò nel 1994 con un brutto incidente. Con Cristina Bassi, sua sorella, pensammo di fare qualcosa per riportare un po’ di memoria a 20 anni di distanza. Ne uscì il documentario “Zanzara e Labbradoro. Storie, mani e silenzi di Roberto Bassi”. Fu accolto dal festival con due proiezioni anche queste tutto esaurito. Vinse come “Miglior Film d’Alpinismo” al festival Nuovi Mondi, e la “Menzione Speciale” all’OFF Orobie Film Festival di Bergamo.
Ora “Zanzara e Labbradoro” è anche un libro, a cura della Versante Sud. E il festival resta sempre un luogo d’incontro, dove si spera possa tener viva quella cultura di montagna che si nutre di silenzio, di contemplazione, di bellezza.