Melchiorre è la storia di uno dei re magi partito dalla val di Fiemme per arrivare a Betlemme, in Palestina, nella notte di Natale. Un viaggio simbolico che parte dall’annunciazione a Ein Kerem fino all’adorazione di Magi. A raccontare il suo viaggio, è proprio la statua in legno del presepio di Tesero, che porta un messaggio di pace nella Terra Santa, segnata dal conflitto.
La storia
Val di Fiemme, Italia, un maestro intagliatore sta lavorando un pezzo di legno: diventerà la mano di un Re. Si sente una voce, è quella del pezzo di legno che incuriosito si chiede come ha fatto a finire nella bottega del maestro. Da pezzo di legno diventa la statua del re magio, Melchiorre. Quindi imballato e imbarcato per la Terra Santa.
Betlemme, la statua del pastore è ormai arrivata e trova posto dentro alla Basilica della Natività, nel presepio di Tesero donato dal Trentino alla Terra Santa. Melchiorre racconta dell’arrivo e la realtà di conflitto e speranza, contrasto e vita, nascita e risurrezione. Melchiorre è individuato dai Vangeli apocrifi come uno dei Re Magi giunti dall’Oriente per adorare Gesù Bambino, quello che portava in dono la mirra.

I presepi di Tesero e i maestri intagliatori
Tesero si trova in Val di Fiemme, ai piedi delle Dolomiti, in Trentino. La tradizione del presepio ha origini storiche e dal 1965 viene portata avanti dall’associazione Amici del presepe di Tesero “Felix Deflorian”. Il comitato si occupa di allestire il presepio con statue a grandezza naturale nella corte centrale ogni anno. Una versione stupenda è stata protagonista in Vaticano e poi portata proprio a Betlemme, nella chiesa della Natività.
La tradizione dello scolpire il legno è molto sentita nella val di Fiemme. Nel nostro film lo scultore è il creativo artista Tiziano Deflorian, formatosi alla bottega del padre di Felix. Tiziano è uno scultore riconosciuto a livello internazionale.

Un racconto astratto e simbolico
La narrazione si snoda dal punto di vista della mano di Melchior, mentre viene scolpita da un pezzo di legno. Questa, divenuta statua, parte per il viaggio, un lungo viaggio via camion e poi nave fino ad Giaffa e poi a Betlemme. Infatti, come regista, ho scelto di tradurre il messaggio in chiave simbolica, che rasenta l’astratto. Non ci si aspetta il racconto dal punto di vista di uno dei re magi.
Il film cortometraggio cerca di creare un ponte tra la val di Fiemme, i suoi presepi, e il luogo d’origine della Natività, in cui la lavorazione dei presepi in ulivo è una delle principali produzioni.
In Trentino 100 anni fa c’era la linea di combattimento tra Austria e Italia, tanto sangue è stato versato, morti, sfollati, famiglie divise. Ora è un luogo di pace, dalla bellezza incomparabile. E così parte un messaggio di speranza per la Terra Santa, segnata da continui conflitti e violenza.
Fare riprese a Natale a Betlemme, per seguire un re venuto dalla val di Fiemme
Ci sono volute diverse ore ad attraversare il check point per entrare in Palestina. Fare riprese a Betlemme a Natale non è semplice. L’arrivo al convento della Natività è salutata dalle bande degli scout palestinesi che ogni anno si riuniscono a Betlemme: cornamuse, tamburi, marce, divise e bandiere per salutare il Natale.
Abbiamo fatto le riprese nel Natale del 2016. Allora c’erano migliaia di persone, era davvero difficile camminare per le strade di Betlemme. Ero lì con Marianna Beltrami, e il direttore della fotografia era Hanna Abu Saada, un vero maestro della macchina da prese che ha collaborato con personalità come Morgan Freeman.
Siamo stati travolti dalla folla più volte e abbiamo fatto fatica a piazzare i cavalletti. Poi, infreddoliti abbiamo provato a trovare alloggio, ma non c’era posto per noi… Tutta la storia di quella speciale notte di Natale la trovate QUI. I tetti di tutta Betlemme erano pieni di soldati armati, perché nella Basilica c’erano diversi capi di Stato. La giovane donna alla ricerca di un presepio a Betlemme è l’avvocato Nuha Farran di Haifa, una delle fondatrici di Women of Faith for Peace. La colonna sonora è di Alberto Beltrami che ha composto dei brani, inserendoli nel suono delle cornamuse e nei canti tradizionali del coro Cima Tosa, presente a Betlemme.
