Papa Francesco inaugura la mostra fotografica “Emozioni per generare il cambiamento”, realizzata da Lia Beltrami, regista e scrittrice, e dal fotografo Asaf Ud Daula, insieme al Dicastero dello Sviluppo Integrale della Santa Sede. L’esposizione, che si svolge in occasione dell’Anno Speciale Laudato si’, del lancio della Piattaforma di Azioni Laudato si’ e in contemporanea con il summit della COP26 a Glasgow.
La mostra è stata aperta il 31 ottobre dalle parole di Papa Francesco all’Angelus, davanti a una piazza gremita: “Preghiamo affinché il grido della terra e il grido dei poveri venga ascoltato….. In tale contesto si inaugura oggi a Piazza San Pietro la mostra fotografica Laudato si’, opera di un giovane fotografo originario del Bangladesh. Andate a vederla”.

Ph: Anna Traczewska
L’arte secondo il Card. Turkson
“L’arte – ha detto il Cardinale Peter K.A. Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale che patrocina l’iniziativa – ci apre a mondi di visione diversa. L’interpretazione data dai creatori di questa mostra, un giovane fotografo musulmano proveniente dal Bangladesh e una regista cattolica, non solo ci mostra che ‘la natura è piena di parole d’amore’ (Laudato si’, 225), ma che possiamo entrare in dialogo con il Creato, la nostra casa comune, e con i nostri fratelli e sorelle per mostrare la profonda arte dei nostri ecosistemi”.
Come è nata l’idea della mostra?
Ogni anno andavamo a fare il picnic d’agosto in un bosco meraviglioso vicino a casa: una pineta profumata, il tappeto di muschio, il sottobosco di mirtilli e funghi, il cielo sempre blu intenso, la vista sulle Dolomiti di Brenta. Era il “ristorante” più lussuoso del mondo. Un anno portammo l’ambasciatrice S. Ecc. Evelyn Stokes Hayford, del Ghana. Arrivata al dolce, lamponi con panna fresca di malga, disse che non aveva mai mangiato in un posto più bello. Ora quel posto non esiste più: in un nefasto fine ottobre, era il 2018, una terribile tempesta, chiamata “Vaia”, lo ha trasformato in una distesa di alberi abbattuti. Solo desolazione intorno.
L’anno scorso, mentre cercavo tracce dell’antico giardino segreto, ho visto un minuscolo pino appena nato. Mi è venuta subito in mente la forza potente dell’enciclica Laudato Si’: la necessità di prenderci cura del creato, della casa comune, “lo zelo per la Sua casa”… E in quelle pagine ho trovato finalmente la donna e l’uomo come parte del creato, di cui prendersi cura insieme al resto. I sette giorni della Creazione si immergono nell’istante presente e trovano il centro nel cuore di Gesù.
Così ho cercato timidamente una forma d’arte che potesse suscitare delle emozioni, emozioni non fine a se stesse, ma motore di un cambiamento. Emozioni generative. Emozioni per generare il cambiamento.

Papa Francesco inaugura la mostra fotografica “Emozioni per generare il cambiamento” con gli scatti di Asaf dal Bangladesh
Ho scelto un compagno di cordata per questa avventura, trovandolo in Bangladesh, terra martoriata dalle inondazioni del cambiamento climatico, dagli scarti di un’industria invasiva e da una situazione sociale difficile. Ma terra che sa offrire scorci di rara bellezza e ricca di sguardi che squarciano l’anima.
Ho incontrato il giovane Asaf Ud Daula in occasione della mostra fotografica del Padiglione della Santa Sede all’Expo Milano 2015. Ero responsabile dell’esposizione. L’”onda fotografica” era composta da 177 scatti di artisti da tutto il mondo. S. Em. il Cardinal Ravasi apprezzò molto la prima fotografia, “Occhi di un uomo di strada”, fatta proprio da Asaf, aveva allora 21 anni. Si era fatto imprestare la macchina fotografica, una vecchia Nippon, dal padre, Md. Shamsul Azam!
Ho curato una sua prima mostra personale in Italia, durante Religion Today Film Festival. Con i proventi delle foto vendute Asaf si è comperato l’attrezzatura nuova, e tutta sua. Sono presto arrivati i riconoscimenti internazionali dal National Geographic e dalle maggiori testate dedicate di tutto il mondo, fino al premio Agorà nel 2020, come “Miglior Fotografo green al mondo”.

Asaf e l’obiettivo
“Ero un ragazzino, con grande entusiasmo e passione per la fotografia. Le mie prime foto le avevo fatte nel 2008 con un telefono Nokia 5300… Ho incontrato Lia sei anni fa. Lia è in Bangladesh per il Dhaka International Film Festival. Il suo impegno nel cinema e nell’arte si intreccia con il dialogo inter religioso, e mi trovo immediatamente immerso. Sono mussulmano, credo fortemente, cerco di vivere la mia vita meglio che posso. Al tempo stesso cresco nel confronto con le altre religioni. In particolare, con Lia, ho approfondito il percorso di Papa Francesco e ritengo che il suo impegno sia straordinario.
Come fotografo, il mio scopo essenziale è catturare i momenti della vita e dare loro un significato rendendoli statici nel tempo. Una foto esiste indipendentemente dal tempo e dallo spazio; è immune al tempo che passa. Di conseguenza, una foto cattura la bellezza che si trova in un singolo momento e con essa ne cattura la meraviglia e l’aspetto artistico.”
L’allestimento e la realizzazione. Papa Francesco inaugura la mostra “Emozioni”
Abbiamo lavorato insieme un anno per interpretare la Laudato Si’ e “tradurla” con soggetti intensi. Il team del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale – con il coordinatore Rev. Dr. Joshtrom Isaac Kureethadam Sdb, il responsabile delle comunicazioni dott. Roberto Paglialonga, la project assistant dott. Ginevra Ossola – ha scelto le frasi di Papa Francesco che riscaldano e mettono in moto chi sa osservare.
I supporti sono stati pensati dall’architetto Sergio Giovanazzi e interpretati dal geom. Claudio Marconi, che li ha realizzati con la Provincia Autonoma di Trento, Cantiere centrale del servizio sostegno occupazionale e valorizzazione ambientale. Sono stati ricavati dal legno abbattuto dalla tempesta Vaia, legno donato dalla Magnifica Comunità di Fiemme. Sono qui come segno di rinascita e nuova speranza. Lo sviluppo del cammino della mostra è opera di Mauro Radici, digital game changer.
Il percorso si è sviluppato sotto il colonnato del Bernini, in piazza San Pietro. Si è inserito in un gioco di “vedo e non vedo”, già studiato dal Bernini stesso nella creazione del colonnato.
La mostra è stata realizzata grazie al supporto di aziende e associazioni attente alla comunicazione etica e di valenza sociale. Sono compagni di viaggio: Montura, Lions International, KPMG, Radé, Movinroots, Kyotohaus, Aurora Vision, Sulle Strade del mondo onlus, GoGreen Design. Dopo Piazza San Pietro, la mostra girerà il mondo seguendo gli eventi della piattaforma Laudato Si’.
