Quando Nina Davuluri ha riempito di colori Venezia

In questi giorni si tiene la 78° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica sul Lido, e il mio pensiero va a due anni fa quando Nina Davuluri ha riempito di colori Venezia. C’era un’arietta frizzante, il sole disegnava forme e colori, il cinema era alle stelle. Nina è arrivata con il suo sorriso sul classico motoscafo Riva di legno antico e ha percorso il red carpet con la leggerezza di una farfalla.

Nina Davuluri, da Miss America ad attivista per i diritti umani

Nina è una newyorkese doc, che mostra con fierezza la sua origine dall’India. Nel 2014 è stata proclamata Miss America, dopo aver raggiunto il titolo di Miss New York. La sua performance alla finale era un’energica danza indiana, che ha coinvolto pubblico e giuria. Aveva partecipato per potersi pagare il college, e per dimostrare che non serviva essere bionde con gli occhi azzurri per diventare Miss America. La sua determinazione si è unita alla bellezza e alla serietà, ed ha raggiunto l’obiettivo.

Dal giorno della vittoria la sua vita è cambiata. Ma la direzione presa è diversa da quello che ci si poteva aspettare: pur mantenendo la sua allure, quel misto di eleganza e raffinatezza, Nina ha iniziato a girare gli Stati Uniti e il mondo per parlare delle discriminazioni legate al colore della pelle. Già da piccola si era sentita dire: “Sei troppo scura per… Non prendere il sole che diventi troppo scura… “. Così si è impegnata seriamente, diventando attivista dei diritti di chi è discriminato.

Quando Nina Davuluri ha riempito di colori Venezia, durante la Mostra internazionale d’arte cinematografica

Sono passati due anni folli, da quando  Nina è arrivata a Venezia per  presentare il nostro progetto COMPLEXion e per ricevere lo Starlight Award. È arrivata portando  una luce particolare e il colore della sua terra, il colore di una delle culture più antiche al mondo, il colore della ricchezza di vita.

All’Hotel Excelsior Nina Davuluri, insieme con la sottoscritta, Lia Beltrami, ha presentato COMPLEXion, con la conduzione della giornalista Tiziana Ferrario. Era presente Tullio Serafini, il presidente dell’Apt Madonna di Campiglio che ha sostenuto l’iniziativa, insieme al team di Aurora Vision e di Religion Today Film Festival. E Venezia si è tinta così d’intensi colori.

COMPLEXion

COMPLEXion è un documentario rivoluzionario che affronta gli standard di bellezza tossici attraverso avvincenti storie umane a partire dall’Asia.  La visione è semplice: smantellare le credenze arcaiche e provocare l’accettazione umana globale, indipendentemente dal colore della pelle. Tutto questo attraverso la voce e il viaggio personale di Nina Davuluri

COMPLEXion ci costringe ad essere migliori, a scavare più a fondo e a rispondere alla domanda: PERCHE’?  Il momento è ORA!

Da Venezia all’India e Bangladesh

Dopo le luci di Venezia, il red carpet, i premi e il glamour, siamo partite per un lungo viaggio per fare le riprese di COMPLEXion in Bangladesh e India. Nina ha ripercorso i luoghi delle sue origini, e lungo la strada ha incontrato tantissime giovani ragazze e anche ragazzi, che subiscono la discriminazione del colore della pelle. Bambine che iniziano ad usare le creme schiarenti fin dai 6/7 anni. Persone stimate di meno perché più scure. E Nina ha detto ancora più forte il suo: basta!

Nina in India

Al ritorno, mentre lavoravamo al montaggio del film documentario, ha lanciato una campagna sui social per chiedere alle grandi aziende almeno di togliere quel “bianco è bello” dalla marca dei cosmetici schiarenti. Insieme ad altre voci, la campagna ha toccato milioni di persone e la risposta positiva è arrivata nel giugno del 2020 da diverse marche come Unilever, L’Oreal, Johnson&Johnson. Il New York Times ne ha parlato a lungo con una pagina importante.

Nina Davuluri non si ferma. Durante i vari lockdown ha continuato a portare avanti la battaglia e ha cercato in ogni modo di tenere “alto il morale”. La aspettiamo di nuovo in Europa, per presentare i suoi lavori e per portare quel colore che è un arricchimento. Perché è solo con la valorizzazione delle differenze, che il mondo può evolvere in armonia.

Nina e Lia su un treno in India

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