Dr. Carlo Spagnolli, un gigante del bene in Africa per più di 40 anni, ha lasciato la sua traccia indelebile nel cuore di migliaia di persone. Carlo era nato a Roma nel 1949. Suo padre, il sen. Giovanni Spagnolli, era stato un uomo politico di grande levatura: presidente del Senato, ministro, e poi presidente del Club Alpino Italiano per lungo tempo. Carlo respirò i valori e la cultura in famiglia. Laureatosi in medicina, decise subito di partire per l’Africa e ci restò come medico missionario per più di 40 anni: Uganda, Eritrea, Etiopia, Camerun, Zimbabwe,
In Uganda conobbe un’infermiera molto alta, forte e dolce, Angelina, che diventò sua moglie. Le celebrazioni del matrimonio furono molteplici: in Italia e in Uganda, lì a celebrare fu padre Italo Piffer. Carlo non aveva una giacca adatta, e p. Italo gli prestò la sua, con le maniche troppo corte. Il toro per il banchetto pensò bene di fuggire all’alba delle nozze, inseguito da tutto il villaggio. Carlo e Angelina ebbero tre figli: Francesco, Giovanni ed Elisa.

Un medico tra Africa, montagne e amore
Carlo era infaticabile in sala operatoria, passava ore e ore senza fermarsi per salvare vite umane, donne con parti difficili, feriti da frecce e armi, bambini. Ma non si fermava al gesto chirurgico. Programmava, cercava soluzioni su larga scala, incideva nelle scelte politiche. Tra i tanti progetti, a lui si deve la nascita della cardiologia in Zimbabwe. Suo fu il primo progetto di prevenzione e lotta all’AIDS.
Da uomo innamorato della vita, si muoveva in Africa sentendola la sua casa. E insieme all’Africa, amava le montagne. Per vederlo sorridere, bastava mandargli la foto di una cima. In montagna i suoi occhi blu si fondevano con il cielo. Gli piacevano molto le Dolomiti e aveva una passione particolare per il Monte Rosa. Era salito sul Rwenzori e sulle principali vette africane.

Gigante del Rinascimento
Carlo era un uomo del Rinascimento. La sua conoscenza spaziava dalla medicina all’arte, la botanica, la storia, la geologia, l’astronomia e altro ancora. Conosceva i nomi di tutte le piante, sapeva “leggere” un terreno, si ricordava tutte le date della storia. Gli piaceva la filosofia e approfondiva la teologia.
Difficile immaginare come tutto quel sapere trovasse posto in un uomo solo.
Dr. Carlo Spagnolli, un gigante del bene in Africa: la dimensione spirituale
Il dialogo tra le persone, le religioni e le culture, era parte fondamentale del suo essere. È stato tra gli ispiratori di Women of Faith for Peace, e non si perdeva mai un incontro inter-religioso.
Carlo non si fermava alla prima lettura. Approfondiva i teologi come Bonhoeffer e le vite di santi. Amava santa Maria Maddalena, il beato Charles de Foucauld e Carlo Carretto, con cui si era formato. Provava una grande ammirazione per padre Paolo Dall’Oglio. Nel 2012, dopo un primo infarto che aveva portato Carlo al coma, padre Paolo celebrò una Messa a Trento per chiedere la sua guarigione. Poco dopo Carlo si svegliò dal coma e riprese a lavorare. Festeggiarono insieme la guarigione l’anno dopo in val di Fassa.
La spiritualità di Carlo era la spiritualità dei poveri, degli ignorati, dei diseredati. Carlo vedeva nei sofferenti il volto di Cristo e rispondeva con tutto il suo amore. Ma sapeva anche tuonare contro le ingiustizie, considerava il tacere come connivenza. Era impegnato contro il disarmo e per la salvaguardia del creato.

Il nostro incontro
Nel 1993 ero in Etiopia con mio marito Alberto per un progetto di sviluppo con i frati cappuccini. A Bonga mi presi un brutto tifo addominale, stavo malissimo. Arrivai miracolosamente ad Addis Abeba. Ricordo di aver aperto gli occhi: “Ma questo è san Pietro, sono arrivata…” Invece era il sorriso di Carlo, che mi salvò la vita. Diventammo fratello e sorella.
Veniva in vacanza a Madonna di Campiglio, e andavamo a scalare insieme. Andavo a trovarlo nelle varie parti d’Africa. Ci sostenevamo. Lui subì attacchi di ogni sorta, durante tutta la vita, combatteva per la verità in ogni circostanza.
In Zimbabwe lo seguii in sala operatoria per documentare un progetto per operare i bambini di idrocefalo. La dedizione e l’amore con cui si avvicinava agli ammalati, erano incredibili. L’ammalato era il suo altare.
Dr. Carlo Spagnolli, un gigante del bene in Africa. Amicissimo di mamma, veniva a mangiare da lei quando era in Italia. Andammo tutti insieme in pellegrinaggio in Provenza, da santa Maddalena, alla Sainte Baume. Carlo sosteneva ogni nostro lavoro, partecipando alle proiezioni di Aurora Vision, testimoniando sempre ad ogni incontro.
I giganti del bene
Lavorammo insieme a ben quattro documentari. “I giganti del bene” lo girammo in Uganda, in un lungo viaggio a ritroso nei luoghi che 40 anni prima lo avevano affascinato. Voleva rendere un tributo ai medici missionari che lo avevano formato, primi i coniugi dottori Corti a Gulu, al Lachor Hospital e poi padre Ambrosoli a Kalongo. Ritengo un grande onore aver accompagnato Carlo in questo viaggio, con la troupe con Andrea, Alessio e Denis. Il documentario ha fatto il giro del mondo, portando ovunque il suo volto luminoso, e ha ricevuto riconoscimenti negli USA, in Ghana, a Londra con la menzione speciale al Portobello film festival e a Udine, “Film per la pace”.
Il film lo puoi guardare qui: I giganti del bene.
Carlo trattava tutti con grande dignità, e portava regali perfetti per chiunque. Come poteva starci tutto nella valigia? E come potevamo starci tutti noi nel suo cuore immenso?
