Il cammino di Donne di Fede per la Pace: ve le immaginate 8 donne, leader in 5 comunità religiose tra Israele e Palestina che da nemiche diventano sorelle? Eppure accade da 12 anni. Donne di Fede per la Pace esistono per rompere i muri del pregiudizio e per trovare nuovi modi di costruire un vero dialogo nella vita quotidiana, in zone in conflitto così come in Paesi che vivono situazioni di tensione. Ora il gruppo è aperto ai 5 continenti per diffondere un’esperienza straordinaria.
L’inizio di Donne di Fede per la Pace
Tutto ha inizio nel freddo autunno del 2009. Dopo tanti anni di cammino e costruzione di ponti di dialogo con il festival cinematografico Religion Today, mi rendo conto di non poter inventare più niente per favorire il superamento del conflitto in Medio Oriente. Penso allora che dal cinema bisogna passare alle donne: siamo noi che introduciamo i figli alla vita, che insegniamo loro le prime parole, che possono essere d’amore o di odio, siamo noi che generiamo, e noi che dobbiamo “generare alla pace”.
Detto e fatto, telefono alla mia cara amica e sorella, la distributrice di cinema ebrea ortodossa di Gerusalemme, Hedva Goldschmidt, e le chiedo: “Puoi riunire le donne leader delle diverse religioni presenti a Gerusalemme?”. Lei mi prende per matta, ma si mette al lavoro e così sulla sua terrazza avviene il primo incontro esplorativo con Adina Bar Shalom, Faten Zenati, Nuha Farran, Besema Halabi e Suha Ibrahim.
I primi passi
Dopo un anno di preparazione, il primo incontro si tiene a Trento dal 16 al 21 marzo del 2010: una primavera di speranza, dal titolo “Officina Medioriente”. Oltre al gruppo allargato di donne, sono presenti artisti di fama internazionale come il cantante Idan Raichel, e i costruttori di pace Sheik Bukhari con padre Paolo Dall’Oglio. È un’esperienza straordinaria, vediamo cadere muri e pregiudizi, sentiamo la forza della convivenza.
Alcuni mesi dopo, nel novembre 2010, con una delegazione italiana, ci rechiamo a Gerusalemme per dare forza al progetto. Viene anche la prima giovane, Marianna Beltrami.
Il lavoro procede a distanza per mesi. Poi, dal 15 al 20 maggio 2012, riusciamo a vivere un’altra settimana insieme a Trento, dando avvio a nuovi stimoli con nuove partecipanti. Faten dice al microfono: “Tehila (una delle nuove) era mia nemica: ebrea, pure ortodossa, colona… L’ultima notte abbiamo scelto di condividere la camera, per stare più vicine, ebrea e mussulmana, per diventare sorelle”.
Dalle parole ai fatti, azioni concrete per creare il cambiamento
Al ritorno nelle proprie comunità, inizia a cambiare qualcosa, si avviano progetti concreti. Un gruppo di donne ultra ortodosse Haredi, guidato da Adina Bar Shalom, partecipano a un corso di soluzione conflitti e incontrano le donne palestinesi. A Lod, Faten, musulmana, e l’ebrea ortodossa Tehila danno vita a un centro sociale multi etnico, tuttora perfettamente funzionante. Basema, donna drusa, sul monte Carmelo contribuisce al primo museo e centro per l’identità drusa nello spirito del dialogo. Partono nuovi progetti di cooperative per le donne beduine.
Il dialogo inizia a casa propria
Nel novembre 2012 le donne, alla presenza di una delegazione italiana, incontrano il sindaco di Gerusalemme, Nik Barkat. Nel 2013 il regista Gilad Goldschmidt realizza il documentario “Un dialogo possibile”, sugli inizi del gruppo.
Il 31 marzo 2014, avviene il primo incontro pubblico a Gerusalemme: andiamo a The Jerusalem Cinemateque. L’iniziativa è un momento importante per presentare il percorso di Donne di Fede per la Pace e per pensare insieme a nuove strade verso orizzonti di pace. In questa occasione Aurora Vision realizza il film documentario “Jerusalem: Dreams and Reality” All’incontro sono presenti anche la giornalista Maria Cecilia Sangiorgi e l’Ambasciatore italiano in Israele, S. Ecc. Francesco Maria Talò, che introduce la giornata. Con il gruppo iniziale c’è sempre anche Gilli Mendel, donna di punta del cinema mondiale.
L’apertura verso il mondo
Sempre nel 2014 ci presentiamo al World Food Program e la presidente, l’ambasciatrice Evelyn Stokes Hayford diviene la nostra madrina. Io mi reco più volte in Kossovo per promuovere l’iniziativa con donne leader delle 5 minoranze.
Nell’agosto del 2014 Marianna ed io andiamo in Colombia, a Fusagasuga, per presentare “Jerusalem: Dreams and Reality” al Ficfusa Film Festival. Con Natalia Herrera si parla con persone in prima linea per ricostruire il sottile filo di speranza nelle terre dilaniate dallo scontro. Hedva e Nuha sono protagoniste di una lunga intervista sul settimanale F e condividono le stesse parole di pace.
8-15 ottobre 2015: settimana intensa in Italia, con l’adesione di nuove giovani dall’Africa e dall’America Latina. Incontri pubblici si tengono a Bolzano, a Trento e a Roma alla LUISS con la Fondazione Sinderesi e Mons.Samuele Sangalli. Pochi minuti prima dell’incontro pubblico a Trento, a Gerusalemme avviene uno scontro con protagonisti due tredicenni, uno ebreo e uno mussulmano. Il clima di tensione si innalza. Faten ed Hedva decidono di rilasciare una dichiarazione congiunta per invocare la pace. La loro foto di pace fa il giro dei social, diventando virale.
Torniamo a Roma, alla LUISS, il 14 aprile 2016 dove animiamo il convegno “Women of Faith for an Inclusive World”. Oltre al gruppo originario c’è la cantante palestinese Mira Alwan. Il medico missionario dott. Carlo Spagnolli diventa padrino del gruppo.
Il cammino di Donne di Fede per la Pace continua
Realizziamo per la Santa Sede, Pontificio Consiglio Cor Unum, il cortometraggio Prayer, con alcune delle donne del gruppo a Betlemme e Gerusalemme. Il cortometraggio viene selezionato in diversi festival nel mondo, per portare un messaggio di speranza attraverso l’arte.
14 giugno 2017 con nuove esponenti africane ed europee, andiamo in Irlanda, a Dublino per una conferenza dal titolo “Empowered Women – Empower Women” con Donna Kennedy, Nora Casey e il coordinamento di Valeria Lorenzi. Sempre a Dublino si tiene un incontro presso l’università DCU Centre for Interreligious Dialogue promosso da Philip McKinley.
30 settembre 2017 a Venezia, riceviamo il prestigioso Leone d’Oro per la Pace. Sul palco con me c’è la nostra madrina, S.Ecc. Anita Evelyn Stokes Heyford.
In ottobre 2017 ci ritroviamo a Trento per una settimana di convivenza presso il Centro Missionario della Diocesi. A Rovereto si tiene un incontro al Mart alla presenza dell’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede, Oren David, e un incontro istituzionale al palazzo della Regione.
Sogni di pace
Dal 15 al 18 aprile 2018 siamo a Roma, alla LUISS sempre con Mons. Sangalli e la Fondazione Sinderesi e al PISAI, con don Cristiano Bettega, dove incontriamo studenti, attiviste, autorità. La settimana si conclude a Rovereto alla Campana della Pace che scocca per i tutti i sogni di pace.
2019 ottobre dal 3 al 6, ci ritroviamo a Trento. A Palazzo Geremia riceviamo il premio “Forgiveness Ambassadors” a firma di Daniel Lumera. Ci sono Donne di Fede per la Pace da Israele, Palestina, Italia, Russia, Etiopia, Ghana, India, Turchia, Germania, Stati Uniti.
Il 4 ottobre alla Campana dei Caduti si tiene un’emozionante preghiera inter-religiosa, introdotta dalla musica emozionante del Magnificat Insitute di Gerusalemme con la cantante lirica Giuliana Mettini e p. Alberto Pari ofm, con le Donne di Fede per la Pace, i dervisci danzanti e lo Sheik Emref Efendi. Ci accompagna sempre anche S. Ecc. Luigi Bressan, Arcivescovo emerito di Trento.
Dal 3 al 7 dicembre siamo noi ad andare in Terra Santa: con p. Murray incontriamo la moglie dello Sheik Bukhari sulla Via Dolorosa e giriamo il reportage The Encounter. Sono con noi Tatiana Brusco, Olha Vozna e Martina Sartorelli. Avvengono incontri straordinari, come quello a casa di Adina Bar Shalom a Gerusalemme che riesce perfino a preparare del cibo super kosher\hallal\vegetariano. Solo una grande donna come lei, genera grandi cambiamenti. Chiudiamo il viaggio nel monastero delle Clarisse, con suor Maria Chiara, il custode Terra Santa padre Francesco Patton e tutte le donne del gruppo.
Il cammino di Donne di Fede per la Pace non si ferma
Nell’anno in cui cambia il mondo, il 2020, non ci fermiamo. A marzo lanciamo il messaggio di pace di Tara Gandhi. In luglio partecipiamo alla campagna social “Stop Human Trafficking”. Il 23 settembre riusciamo ad essere presenti all’apertura di Religion Today Film Festival, con una serata contro la tratta in collaborazione di esseri umani con Talitha Kum alla Campana dei Caduti di Rovereto, con la presentazione dell’attrice Claudia Conte, e con Feride Funda G.-Gençaslan.
Di fronte alla crisi mondiale Donne di Fede per la Pace continua a promuovere il dialogo con una rinnovata speranza, cercando di consolare gli afflitti e di pregare per la fine della pandemia.