50 anni, e adesso?
Ho 50 anni, e adesso cosa faccio? È la domanda classica, quella che ci poniamo naturalmente allo scoccare di questo fatidico compleanno. Se abbiamo dato vita a una famiglia, i figli potrebbero essersi resi indipendenti. Abbiamo brindato all’ultima udienza, abbiamo superato la paura del lasciali volare da soli (si spera). Chi non ha formato una famiglia propria, magari è stata fagocitata nelle assistenze a familiari in difficoltà. “Già che sei sola, ti puoi occupare tu di…”, dando per scontata una totale disponibilità.
Il corpo è cambiato e magari non abbiamo avuto il tempo di seguirlo con un cammino di consapevolezza. C’è chi guarda con nostalgia le immagini del passato. C’è chi si confronta con i personaggi televisivi ben levigati. E chi si lascia andare al pensiero che ormai non c’è più niente da fare.
Di sicuro abbiamo corso tanto, sempre sotto pressione e con un carico di responsabilità superiore alle nostre forze. Poi, d’un tratto ecco che arriva il compleanno: ho 50 anni, e adesso cosa faccio?
Guardare indietro per essere grate/i
Cogliamo l’occasione straordinaria di un lavoro su noi stesse/i, per arrivare a decidere di essere felici. Ne parleremo molto di questo punto. La scelta di essere felici, senza dipendere dagli elementi esterni, è il regalo più grande che possiamo farci per il nostro cinquantesimo compleanno (e non solo).
È giusto fare dei bilanci, partire da uno sguardo indietro per proiettarci nel domani con fondamenta più solide. Ma propongo un “bilancio costruttivo”, lasciando in disparte solo per un attimo tutte le ferite, le esperienze negative, i dolori. Nel nostro “bilancio costruttivo” dovremmo metterci innanzi tutto tutte le cose belle che abbiamo fatto noi. Sembra semplice, ma non lo è.
Scriviamo tutto quello che ci viene in mente, tutto quello per cui possiamo dirci: “Brava, bravo, mi congratulo con me. Sono stato bravo a…”.
Poi passiamo all’elenco di tutto quello che ci hanno donato gli altri, le persone che ci hanno fatto del bene, le situazioni della vita che ci hanno dato tanto, le esperienze che ci hanno emozionato.
Presto proporrò un percorso sulla gratitudine, sul vivere in stato di gratitudine sempre su https://liabeltrami.it
Riprogrammare il futuro
Ci accorgeremo di quanto siamo ricche e forse non lo sapevamo. Abbiamo un vero e proprio tesoro esperienziale, che nessuno potrà mai portarci via. La tendenza è sempre quella di fermarsi sulle ferite, ed è giusto non rimuovere ma elaborare. Qui però dobbiamo davvero sentire, percepire quasi fisicamente questa immensa ricchezza. Sostituiamo la lista delle lamentele e negatività, con questo scrigno pieno di pietre preziose.
Ci verrà immediatamente spontaneo proiettarci verso il futuro. Con l’esperienza maturata possiamo decidere consapevolmente dove vogliamo andare, chi vogliamo essere, cosa vogliamo condividere. Ogni storia e ogni futuro sarà diverso. Io ne ho approfittato del lock down per fare questo percorso ed ho riprogrammato il futuro in diverse aree: il corpo, lo spirito, il lavoro, le relazioni. Ho rimesso a posto le priorità. Ho ri-focalizzato i valori. E poi ho scelto di fare programmi a breve scadenza.
Sono partita dal corpo, perché dopo le gravidanze e diversi problemi di salute, lo avevo considerato solo come ostacolo. Sul web ho incontrato ºhttp://www.imptrainer.com ho deciso di iniziare un programma ben fatto, tanto impegno, e 10 chili sono volati via. Ma di questo ne parleremo più avanti. E vi racconterò anche i progetti di lavoro, il percorso spirituale e l’impegno per la mente.
50, il giubileo della libertà
Il regalo più grande è stato il capire più a fondo il significato di libertà. Era sempre stata una bandiera della mia prima gioventù, ma non ne avevo capito molto. La libertà che non è il fare tutto quello che si vuole, bensì lo scegliere. La libertà nasce dalla consapevolezza profonda, che mi porta a compiere delle scelte senza troppi condizionamenti e senza dipendere dal giudizio degli altri.
Per i miei 50 anni, un caro amico che vive a Gerusalemme mi ha regalato la scritta in ebraico tratta dalla Bibbia: “Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è un giubileo: esso sarà per voi santo; potrete però mangiare il prodotto che daranno i campi. In quest’anno del giubileo ciascuno tornerà nella sua terra.” (Levitico 25, 11-13)
Il cinquantesimo anno è l’anno della libertà. Una donna ebrea ultra ortodossa, la grande Adina Bar Shalom https://it.wikipedia.org/wiki/Adina_bar-Shalom, un giorno mi disse: “Arrivata a cinquant’anni, mi sono guardata indietro; ho visto la mia famiglia cresciuta. Mi sono detta che era arrivato il tempo per fare qualcosa per la società, in prima persona.” . https://liabeltrami.it/2020/08/24/ho-trovato-dio-dialogo/ Da allora Adina ha fondato la prima università per Haredi (una comunità ultra ortodossa un tempo molto chiusa) e da allora ha più di 30.000 lauree sul suo curriculum personale. Adina è un attivista per i diritti delle donne, per la pace e per il dialogo. Fa parte di Women of Faith for Peace https://auroravision.it/2020/08/14/donne-di-fede-per-la-pace-edizioni-speciali/
50 anni, e adesso? Sono pronta per portare il mio contributo alla società.